Crisi: in un anno raddoppia il ricorso alla cassa integrazione straordinaria

TERAMO – Sulla crisi economica della provincia di Teramo i sindacati tornano a parlare di “Caso Teramo”. Cgil, Cisl e Uil hanno infatti presentato oggi un convegno in programma sabato al Parco della Scienza teso a rilanciare le proposte per creare nuove opportunità di sviluppo alla luce del Protocollo d’Intesa che ha visto tra i firmatari, prima dell’estate, oltre le sigle sindacali, anche le associazioni datoriali e di categoria.  A rendere non più prorogabile un confronto con le istituzioni, secondo i sindacati, è la lettura dei dati allarmanti sul ricorso alla cassa integrazione in provincia di Teramo diffusi dall’Inps e schizzata da 1.943.792 ore del 2009 a 7.700.596 del 2010. Il dato è riferito alla gestione straordinaria della cassa integrazione, “il passo che precede il licenziamento” secondo il segretario provinciale della Cgil, Gianpaolo Di Odoardo e da una lettura complessiva emerge ancora che, in assoluto, la provincia di Teramo è quella che ha presentato il maggiore ricorso con il 40% rispetto al 26% della provincia di Chieti, il 23% dell’Aquila e il 9% di Pescara.  Se si pensa inoltre che l’anno scorso la percentuale della provincia di Teramo era del 27% si comprende come nel giro di un anno la crisi abbia assunto per i sindacati proporzioni gigantesche. Secondo Gialuca Di Girolamo (Uil) e Alberico Maccioni (Cisl) solo nel 2010 sono venuti a mancare entrati nelle tasche dei lavoratori teramani 37 milioni di euro, una somma sottratta dunque anche al circolo dell’economia. “Non può sfuggire alla politica che tutte le forze sociali del territorio sono unite per chiedere interventi incisivi – ha dichiarato infine il segretario della Cgil, Di Odoardo – i numeri nascondono dietro persone e sofferenza. Serve al più presto un confronto politico per portare avanti le proposte che le parti sociali avanzano per superare la crisi. La condivisione ci sembra l’unica strada percorribile, ma bisogna farlo adesso”.